Il Diwali 2012 dovrebbe incoronare Yash Chopra re del botteghino. Jab Tak Hai Jaan
possiede infatti tutte le carte in regola per conquistare folle
oceaniche di spettatori. Chopra è tornato alla regia, dopo otto anni dal deludente (spero nessuno mi spari) ma amatissimo Veer-Zaara, con una nuova storia d'amore creata per esaltare la figura dell'eroe romantico per eccellenza del cinema indiano: Shah Rukh Khan.
Ad affiancarlo Katrina Kaif, l'attrice attualmente più quotata al botteghino, e la spumeggiante Anushka Sharma. Location
incantevoli, eccellente fotografia, sguardi, sorrisi, drammi e
batticuore, coreografie e abiti da sogno. La colonna sonora, piuttosto
classica, è composta dal premio Oscar A.R. Rahman. JTHJ
offre uno Shah Rukh anche in versione ruvida, con barba incolta da uomo
che non deve chiedere (chissenefrega dell'eroe romantico: *Lui*
rende molto meglio nei panni dello sciupafemmine, e spero che Yash non abbia
esagerato con lo zucchero). Da non sottovalutare l'ondata di
commozione suscitata dal decesso improvviso di Yash Chopra, avvenuto il 21 ottobre 2012, e che ha etichettato JTHJ come l'ultimo lavoro
dell'uomo più potente di Bollywood. Le aspettative sono dunque
altissime, e, a meno che il film non si riveli orribile, il concorrente Son of Sardaar dovrà faticare parecchio per farsi notare. Vi propongo, oltre al trailer, i video dei brani Jiya Re, Saans, Challa, Ishq Shava e Heer.
Vedi anche Jab tak Hai Jaan: prima mondiale, 14 novembre 2012
Aggiornamento del 15 novembre 2012: come sta procedendo la sfida del Diwali? È ancora presto per decretare il vincitore, ma in rete è già stato diffuso qualche dato certo. La contesa relativa al numero delle sale si è conclusa con 2.500 sale per JTHJ e 2.000 per SOS. Entrambi i titoli stanno incendiando il botteghino, e l'industria cinematografica di Mumbai ha un motivo in più per celebrare. È un testa a testa che vede primeggiare alternativamente JTHJ e SOS. Nei circuiti multisala sembra avvantaggiarsi JTHJ, nei cinema monosala è invece SOS ad avere la meglio. All'estero JTHJ ha strozzato il rivale (pare che in Nuova Zelanda sia entrato direttamente al numero uno nella classifica dei titoli più visti, battendo le pellicole locali e quelle hollywoodiane), ed anche negli USA i numeri generano entusiasmo. Ma SOS ha bruciato sul tempo JTHJ in Pakistan, ridisegnando la storia di Bollywood nel Paese confinante. Sembra inoltre che entrambi i titoli abbiano segnato il record di incassi nel primo giorno di distribuzione per entrambi gli attori protagonisti. Le recensioni, però, non sono proprio entusiastiche. Per JTHJ, il decesso improvviso di Yash Chopra ha indotto i critici a limitare il sarcasmo e ad addolcire il giudizio finale. Il risultato? Pezzi monotoni e tediosi. Traspare che JTHJ non sia piaciuto poi molto, ma, agganciato al filone del classico film romantico d'altri tempi, gli vengono perdonati diversi passi falsi.
- Recensione di Raja Sen, Rediff, 13 novembre 2012, ***: 'A Yash Chopra drama that treads very familiar territory slickly - and a fair bit too slowly - but does so with an old-world sincerity that somehow makes most of it bearable. Rather like its leading man, who is often made to balance entire scenes on his dimples, grinning so wide his eyes appear closed. There are times in JTHJ when it's hard not to feel embarrassed for Shah Rukh Khan having to work with material this tedious - and yet he, despite the exaggerated show of youngness, manages inexplicably to charm. This is his film, and, against all odds, he works it well. (...) Katrina is the film's big surprise, providing a solidly competent performance in a role that could well have been reduced to farce. The lazy screenplay makes sure she kisses more than she gets to speak, which isn't a bad thing because she turns out pretty good with the silent moments. The actress brings a tenderness to the proceedings and emotes strongly, making sure her character - while unlikely, untimely and irrational - ends up real enough to root for. And yet it's not her film. Or even Yash Chopra's, really. JTHJ is all Shah Rukh, all the time. His character seems larger than the film, and Khan himself is in fine form even when the script deserves far less. There are times he seems out of place, certainly, but these are made up for by times where he grounds the narrative with one glare, with one scowl, with one kiss. The dude abides. As a swan-song for the master director, JTHJ might only be a middling effort. But then, sometimes, all we need is a Khan-song'.
- Recensione di Mayank Shekhar, 13 novembre 2012: 'This is a romantic weepy. They are expressly made for women audiences the world over. Be warned. But you knew that all along. These barriers are mostly blurred. There’s an emotional woman inside every hardened man. No one should feel shy about letting it all out. Except that by the end of the saga, you worry less about the hero’s love and his wellbeing, and far more for the movie’s length. (...) After about three and half hours in the theatre, when you step out of JTHJ, you realise his last movie, at 80, clearly wasn’t quite his best, or even close to it. It would have been unfair to even expect that. But it did have shades of what we loved him for. You can instantly tell why he was still the youngest filmmaker around. This film may not survive him. There’s a huge legacy that will, and I know we will forever thank him for being'.