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15 febbraio 2023

Love Again in Italia

Vi propongo la locandina e il trailer italiani di Love Again, nuovo progetto internazionale interpretato da Priyanka Chopra - nel ruolo della protagonista - e Sam Heughan, con un cameo di Nick Jonas. Nel cast anche Céline Dion al suo debutto sul grande schermo. Alla regia James C. Strouse. Il film verrà distribuito nelle nostre sale a partire dall'11 maggio 2023.

24 gennaio 2023

Naatu Naatu, All That Breathes e The Elephant Whisperers in corsa per gli Oscar

Questo pomeriggio sono stati resi noti i candidati definitivi per il premio Oscar. Chhello Show purtroppo è fuori dai giochi, ma l'India può comunque celebrare: la canzone Naatu Naatu (tratta dalla colonna sonora del film telugu RRR), l'acclamato documentario All That Breathes (già vincitore del World Documentary Grand Jury Prize al Sundance Film Festival 2022 e dell’Œil d’or al Festival di Cannes 2022), e il cortometraggio documentario tamil The Elephant Whisperers (diretto dalla regista Kartiki Gonsalves e prodotto da Guneet Monga) sono entrati nella cinquina nelle rispettive categorie. Vi ricordo che The Elephant Whisperers è stato distribuito da Netflix a partire dallo scorso 8 dicembre. Il titolo dell'edizione italiana è Raghu, il piccolo elefante. Trailer.


Kartiki Gonsalves e Guneet Monga, Los Angeles, 14.02.2023 

Ali Fazal e Tom Cruise, Los Angeles, 14 febbraio 2023

G. Monga, K. Gonsalves e S. Spielberg - Los Angeles, 14.02.2023

Ali Fazal, Shaunak Sen, Guneet Monga e Tom Cruise

Kartiki Gonsaves e Guneet Monga, Los Angeles, 9 marzo 2023

16 settembre 2022

Inside the dream

Dal 13 settembre 2022 è disponibile su Amazon Prime Video il documentario Inside the dream, dedicato al marchio Bulgari, diretto da Matthieu Menu. Priyanka Chopra ha partecipato al progetto. Trailer. Video promozionale con la diva indiana.

11 settembre 2022

International Police Award Arts Festival 2022

La 26esima edizione dell'International Police Award Arts Festival si svolge a Pesaro dal 9 al 18 settembre 2022. Il 16 settembre, alle ore 20.30, presso il Cinema Teatro Sperimentale, verrà presentato il trailer di Delhi Crime, alla presenza di Shefali Shah e del regista Richie Mehta. 

Aggiornamento del 19 settembre 2022: a Shefali Shah e a Richie Mehta (insieme ad altri, fra cui Sergio Rubini) è stato conferito il Premio Internazionale Apoxiomeno per la televisione. Inoltre a Shefali è stato assegnato l'Alberto Sordi Family Award per la sezione cinema. L'attrice ha condiviso numerose fotografie a testimonianza del suo soggiorno in Italia. Di seguito ne propongo alcune.








Shefali Shah e Richie Mehta



30 marzo 2021

Khiladi: le riprese in Italia

Nei giorni scorsi la troupe del film telugu Khiladi era in Italia per girare alcune sequenze. Khiladi è diretto da Ramesh Varma e interpretato da Ravi Teja e Dimple Hayathi. Dal 15 marzo i set sono stati allestiti a Torino e dintorni (Villa Cimena, Villa Bria, discoteca Le Roi, Dash Kitchen, Milk, piazza Gran Madre di Dio, Lungo Po, Murazzi, Parco del Valentino, Quadrilatero, piazza Cavour, via delle Rosine, piazza d'Armi, Palazzo di Giustizia). Video La Stampa. Il 25 marzo le riprese sono terminate in Liguria, tra Noli e Varigotti, al Porto Turistico di Marina di Loano, e sullo yacht XO OF THE SEAS. Il 24 marzo Ramesh Varma ha scritto nel suo profilo Twitter: 'Khiladi Italy schedule shaping up really well, Ravi Teja killing it with his energy levels in the action sequences. Wrapping up this schedule by month end'. Trailer. (Grazie a Patrizia per la segnalazione).



Dimple Hayathi

16 aprile 2020

Extraction: locandina e trailer

A partire dal prossimo 24 aprile Netflix proporrà il film d'azione Extraction, con Chris Hemsworth. Nel cast anche Randeep Hooda e Pankaj Tripathi. La versione italiana si intitola Tyler Rake. Trailer in italiano.

7 ottobre 2019

Adil Hussain in Star Trek: Discovery - stagione 3

Adil Hussain è nel cast della terza stagione di Star Trek: Discovery e non potrei essere più felice. Trailer

Aggiornamento dell'11 novembre 2019 - How Adil Hussain became a part of Star Trek: Discovery, The Times of India:
'Adil said the first day of the shoot was the most memorable. "On the day of the shoot, everyone, including the actors, gathered around and made a circle. They formally introduced me, 'Adil Hussain from India. We welcome you to the family of Star Trek.' They all clapped and then looked at me. I said, 'Do I have to speak?' They said yes. I didn't know what to say because I didn't prepare. But I said, 'The only thing coming to my mind right now is that I was born in a small town in Assam where newspapers used to come three days late. And now I'm here today, crossing the galaxies. So thank you for letting me into your family'", the actor reminisced'.

20 luglio 2019

English Vinglish su Rai 1

English Vinglish, di Gauri Shinde, con Sridevi e Adil Hussain, è in programmazione su Rai 1 il 26 luglio 2019 alle ore 21.25. Il titolo dell'edizione italiana è Quando parla il cuore. Trailer in italiano. Aggiornamento del 27 luglio 2019: ieri sera 2.103.000 spettatori hanno scelto English Vinglish (clicca qui).

22 maggio 2017

Baywatch in Italia

A partire dal primo giugno 2017, Baywatch verrà distribuito nelle sale italiane. Priyanka Chopra è inclusa nel cast. Vi propongo la locandina e il trailer doppiato nella nostra lingua.

13 aprile 2017

Le Musk: locandina e trailer

Le Musk è un singolare cortometraggio in realtà virtuale, in lingua inglese, diretto da A.R. Rahman. Il cast è internazionale, e include alcuni attori italiani fra cui Gianni Macchia - così come la troupe tecnica (vedi Gianni Giannelli alla direzione della fotografia). La pellicola è stata girata in larga parte nel nostro Paese (Roma). Trailer.

18 novembre 2016

Torino Film Festival 2016


La 34esima edizione del Torino Film Festival si svolge dal 18 al 26 novembre 2016. Innanzitutto un applauso fragoroso per il sublime poster ufficiale. In cartellone Raman Raghav 2.0, di Anurag Kashyap, con Nawazuddin Siddiqui e Vicky Kaushal. La pellicola era stata proiettata lo scorso maggio in prima mondiale a Cannes, nella sezione parallela Quinzaine des Réalisateurs. Trailer.

Aggiornamento del 24 novembre 2016 - Recensione di Pietro S. Calò, Ondacinema:
'La natura ipercinetica del soggetto è resa ancor più evidente dai continui cambi di scena che sono stati dettati, a dire del regista Anurag Kashyap, da un budget rispettabile ma non altissimo. Così, senza soluzioni di continuità, rimbalziamo dalle case borghesi ai dormitori scalcinati e umidi, dalle officine insalubri ai dedali di viuzze. (...) La droga performativa, a volte abbinata alla più preziosa cocaina, ammanta e connota gran parte degli aspetti messi in scena: la fotografia è calda ma sporchissima (due, diciamo, qualità delle droghe), con larghe zone d’ombra e elementi casuali di bellezza e di innocenza insostenibili allo sguardo e filtrati dagli spessi occhiali da sole anche di notte. Gli stessi movimenti sono frenetici ma incerti, sia quelli degli attori, poco coscienti del ruolo che gli è stato assegnato, eccetto Ramanna che è il vero regista del film, sia quelli della cinepresa, all’oscuro dello sviluppo delle azioni e perciò molto guardinga, marziale quasi, rigida e sempre pronta a scattare come una molla tesa al massimo. La colonna sonora, molto ben curata da Ram Sampath, è una sorta di concept-album che, ai bpm techno-rave delle discoteche, crea dei riverberi nel quotidiano, nel traffico, al supermercato, tra le incudini e i martelli delle officine o nei litigi dei reality show alla TV, fino a posarsi su note melodiche e strazianti di canzoni tradizionali che hanno per tema l'amore. E così l’Amore vince, suggerisce il nostro film. Schiacciando persone, cose, patti, regole e convenzioni, riesce nel suo intento che è l’unica sua ragion d’essere, costi quel che costi. A suo modo, una lezione morale in un mondo perfettamente rovesciato'.

18 agosto 2016

Masaan in Italia

A partire dallo scorso primo giugno, Masaan, diretto da Neeraj Ghaywan, è stato distribuito nelle sale italiane, doppiato nella nostra lingua, col titolo Tra la terra e il cielo. Masaan è interpretato da Richa Chadha e Vicky Kaushal. Proiettato in prima mondiale al Festival di Cannes 2015, sezione Un certain regard, Masaan si era aggiudicato due premi: Prix de l'Avenir e FIPRESCI. A Masaan è stato inoltre conferito il National Film Award per la migliore opera prima. Trailer

- Recensione di Aldo Spiniello, Sentieri Selvaggi, primo giugno 2016: 
'Al suo primo lungometraggio dopo un passato nel mondo del marketing, Neeraj Ghaywan prova ad andare controcorrente. Si fa alfiere di un cinema indipendente, lontano dallo strapotere dell’industria bollywoodiana. E perciò concentra gran parte della sua attenzione sulla dimensione sociale, la critica di un sistema che, nonostante tutte le trasformazioni economiche in atto, è ancora legato ad antiche concezioni discriminanti. La divisione in caste, che influenza ancora nel profondo i rapporti sociali, il peso della religione sulla valutazione morale dei comportamenti. E poi il maschilismo di sostanza, nonostante l’emancipazione femminile sembri andare di pari passo allo sviluppo economico. E poi, su tutto, lo spettro della corruzione e l’incanto demoniaco del denaro. (...) Ma se dal punto di vista degli argomenti, Ghaywan sembra volersi smarcare dalla scintillante produzione mainstream, il suo stile appare pienamente conforme, ben al riparo dal rischio di soluzioni personali, di traiettorie visive dirompenti. Il tono romantico, il linguaggio veloce e accattivante, una confezione di lucida pulizia, l’utilizzo diegetico della musica e delle canzoni. (...) Tutto rientra alla perfezione nei canoni estetici delle maggiori produzioni indiane. Eppure, per uno strano paradosso, è proprio questa convenzionalità di fondo a garantire la tenuta del film. Perché, sebbene il racconto a doppia traiettoria mostri a tratti un eccesso meccanico, Tra la terra e il cielo sa delineare con delicatezza e amore dei personaggi forti, memorabili, grazie anche agli interpreti. (...) Riscoprendo la magia del racconto, Ghaywan segue i suoi protagonisti sul filo di emozioni e sentimenti sinceri, toccanti. E, alla fine, ci lasciamo andare con tenerezza a questo gioco del destino e dell’amore, che si ferma al principio di tutto. Di un’altra storia, tutta da vivere'.

- Recensione di Cristina Piccino, Il Manifesto, 2 giugno 2016: 'Ghaywan costruisce un meccanismo narrativo semplice ma di grande forza, che utilizza una regia precisa, sempre accanto ai suoi bravi attori, senza retorica né sentimentalismi, e in questa infelicità diffusa mescola molti generi, dal melò al tragico al documentario specie nel modo di condurci negli spazi in cui si muovono i personaggi, in strada, tra i gesti di ogni giorno'.

- «Tra la terra e il cielo»: Ghaywan e il passaggio in India, intervista concessa a Luca Pellegrini, Avvenire, 2 giugno 2016: 
'«Lavoravo in una società - racconta il cineasta di Mumbai -, mi occupavo di economia, ma ero in crisi, avevo abbandonato tutto perché mi piaceva il cinema, da sei mesi i miei genitori non mi rivolgevano più la parola. Un amico mi aveva parlato dei ghat a Varanasi, le gradinate di pietra che conducono agli argini del Gange dove si incontrano i fedeli che si immergono nelle acque del fiume sacro e pregano e dove tradizionalmente vengono accese le pire per le cremazioni. Mi aveva spiegato che chi si occupa di cremare i corpi è privo di ogni emozione e gestisce il lavoro secondo codici antichissimi. Sono rimasto affascinato dal suo racconto. Ho cominciato così a immaginare la storia di Deepak, che appartiene alla casta degli intoccabili, i dalit, perché soltanto loro possono fare questo lavoro, considerato un atto impuro. L’idea era quella di seguire lo sviluppo anche emozionale di una persona che è a contatto con la morte ogni giorno».
Come si è preparato al film? 
«Ho studiato due anni quell’ambiente, mi sono trasferito a Varanasi per parlare con le persone che lavorano giorno e notte sui ghat, per osservarli, capire il senso del loro lavoro. A dire il vero, nemmeno gli indiani sanno molto degli addetti alle cremazioni. Per questo dovevamo essere molto precisi. Ho cominciato a scrivere la sceneggiatura, mettendo insieme i volti e le storie che avevo visto e ascoltato». 
È stato difficile girare le scene delle cremazioni? 
«All’inizio avevamo deciso di girare sui veri ghat ma poi abbiamo pensato che non sarebbe stato rispettoso per le persone che nel lutto piangono i loro morti. Così abbiamo trovato un ghat abbandonato e lì abbiamo allestito il set per girare le scene più intense». 
Mark Twain disse della città sacra di Varanasi: “È più antica della storia, più antica della tradizione, persino più antica della leggenda e ha l’aria di essere più antica di tutte e tre messe insieme”. Che cosa rappresenta per lei Varanasi?
«È conosciuta come la città dei morti, il luogo più sacro dell’India, dove la gente si prepara a morire perché per la religione induista solo così puoi accedere alla salvezza. Eppure la gente che ci lavora è talmente piena di vita! Parlano di tutto: di sport, cibo, politica, cultura, divertimento. Ho percepito un enorme contrasto. Ma Varanasi fino ad oggi era stata rappresentata al cinema come un luogo esotico o ancor peggio turistico, mentre io volevo descriverla così come è. Comunque il mio film non è sulla città ma sulla gente che vi abita. Volevo tornare all’umanità dell’India e alle sue contraddizioni e raccontarle dal punto di vista dei giovani».
I quali si trovano come accerchiati, però, dalla forza delle tradizioni. 
«Siamo una grande democrazia ma fronteggiamo ogni giorno la tradizione legata alla nostra cultura. Varanasi ne è lo specchio, il simbolo. Il film rappresenta questa realtà: c’è gente anziana ma anche giovani che affrontano questo stato di cose. Il nostro è un mondo soggetto al cambiamento. I ragazzi vogliono emanciparsi da queste imposizioni, si sentono prigionieri. Non a caso, ciascuno dei protagonisti del film desidera fuggire, magari solo dalla sua condizione. Poi c’è il problema delle caste, che nel nostro Paese è ancora grandissimo. Nessuno lo vuole affrontare perché è troppo complesso. Nel film il problema non è centrale, ma c’è. Deepak è un dalit, ambizioso, vuole affrancarsi da questo giogo, essere se stesso, innamorarsi della ragazza che gli piace. È un bravo studente, cerca un lavoro. Devi invece è tranquilla, vuole solo conoscere se stessa e amare il suo ragazzo. Ma anche questo in India può essere un problema, perché la nostra è una società protezionistica e protettiva». 
Ma lei nel suo film dimostra anche un profondo amore per l’India... 
«Sì, ma non voglio nemmeno passare per un nazionalista. Voglio solo riconoscere che ci sono cose giuste e cose sbagliate. Non giudico e non commento. C’è modernità e chiusura, gli anziani non amano che le tradizioni siano messe in discussione. Nel film c’è un poliziotto corrotto che ricatta il padre di Devi, il quale si trova nel mezzo di questi due mondi, perché è anche colto e progressista. Ma entrambi sono in una situazione di degrado: l’uno vuole evitare lo scandalo e uscire dall’umiliazione in cui lo ha portato il comportamento della figlia, e per questo accetta di corrompere, l’altro sfrutta questa debolezza. Sono tutti e due moralmente riprovevoli. Come regista ho cercato di mantenere una bussola morale». 
Ha affermato che il tema della morte aleggia su tutti i suoi personaggi. Perché? 
«Nel film c’è il tema della perdita, ma anche la necessità di affrontarlo in modo catartico. Non si tratta solo di perdere qualcuno di amato, ma di fare di tale perdita un modo per crescere, per diventare più saggi. È quello che succede a Deepak che accetta la morte improvvisa di Shaalu e a Devi che capisce il punto di vista del padre. Tutti e due aspirano a raggiungere un luogo. Per me il film è un racconto di formazione, in cui il dolore può essere positivo e non portare alla disperazione».
Nella scena finale, assai evocativa, i due ragazzi che poco prima si erano incontrati nel pianto, salgono su una piccola barca, al tramonto. 
«Due persone come loro, colpite così duramente, cercano di liberarsi dal peso del dolore. Hanno capito che quanto è successo loro in passato se ne sta andando e che sono finalmente liberi di poter affrontare il futuro, qualsiasi esso sia. La barca naviga verso uno dei luoghi più sacri per la religione indù, il Sangam, ossia la confluenza di tre fiumi, Gange, Yamuna e il mitico Saraswati: per loro è una meta anche metaforica, dove potrebbe avvenire la rigenerazione. Rasserenati, stanno pacificamente andando incontro alla speranza».'

Aggiornamento del 20 ottobre 2016: da oggi è in vendita il DVD di Tra la terra e il cielo. Nei contenuti speciali solo il trailer. L'audio è in italiano e in hindi con sottotitoli in italiano.

14 agosto 2016

Locarno Film Festival 2016

Ieri sera, nella magica cornice della Piazza Grande, si è conclusa la 69esima edizione del Locarno Film Festival (3-13 agosto 2016) con la proiezione, fuori concorso, di Mohenjo Daro, la nuova pellicola in costume scritto e diretto da Ashutosh Gowariker, interpretato da Hrithik Roshan, Pooja Hegde (al suo debutto a Bollywood) e Kabir Bedi. La colonna sonora è di A.R. Rahman. Trailer. L'evento è stato introdotto dallo stesso regista e da Kabir, entrambi ospiti della manifestazione. 
MD è in distribuzione nelle sale indiane da venerdì 12 agosto. L’accoglienza della critica e del pubblico è stata tiepida. Vi ricordo che la prima italiana di MD è prevista per oggi alle ore 15.00 al cinema Beltrade di Milano, con altre proiezioni alle ore 18.00, alle ore 21.00, domani alle ore 16.00 e alle ore 20.00, e martedì alle ore 20.00. In cartellone anche a Genova, al cinema Cappuccini, oggi alle ore 17.00. E non può mancare Roma: cinema Giulio Cesare, il 14, 15 e 16 agosto.









10 agosto 2016

Rubik's Cube (o Ek Raadha Ek Meera): le riprese in Italia

Mahesh Manjrekar a Lecco
La troupe del film in lingua marathi Rubik's Cube, diretto da Mahesh Manjrekar, è in questi giorni a Lecco e a Varenna per effettuare alcune riprese.

Aggiornamento dell'8 ottobre 2023: Rubik's Cube risulterebbe mai distribuito. Alcuni siti indiani sostengono però che il titolo della pellicola sia stato successivamente modificato in Ek Raadha Ek Meera, film distribuito il 23 novembre 2018, il cui cast (Gashmeer Mahajani, Mrunmayee Deshpande) coinciderebbe con quello di Rubik's Cube. Vi propongo il trailer di EREM.




Le prime del 5 agosto 2016: Fever

Fever, scritto e diretto da Rajeev Jhaveri, interpretato dal fascinoso Rajeev Khandelwal, nasconde una grossa sorpresa: nel cast troviamo anche l'attrice italiana Caterina Murino. Trailer

8 agosto 2016

Badlapur: recensione de La Stampa

Sriram Raghavan ha collaborato alla stesura della sceneggiatura di Badlapur - sceneggiatura basata sul romanzo L'oscura immensità della morte di Massimo Carlotto -, e ha diretto l'intrigante pellicola, interpretata da un cast di prim'ordine guidato dagli ottimi Varun Dhawan e Nawazuddin Siddiqui, distribuita nelle sale indiane nel febbraio 2015 (riscontrando un discreto successo di pubblico nonché il favore entusiasta della critica). Trailer.

Vi segnalo la recensione di Carlo Pizzati, pubblicata da La Stampa il 6 gennaio 2016:
'Può sembrare buffo immaginarsi i personaggi padovani di Silvano Contin, borghese al di sopra di ogni sospetto, e Raffaello Beggiato, criminale di medio livello, che si tramutano in due indiani della periferia di Mumbai con nomi come Raghu Pratap Singh e Liak Mohammed Tungrekar. Ma la città del Veneto prealpino ha qualcosa in comune con la terra desolata di Badlapur, stazione del treno a un’ora da Mumbai e titolo di un thriller di successo emerso quest’anno da Bollywood. Il noir indiano Badlapur è ispirato al giallo del padovano Massimo Carlotto, L’oscura immensità della morte, storia di crimine, vendetta e redenzione. Ma è anche una spietata critica a un sistema giudiziario che prevede il parere di vittime o parenti delle vittime per la domanda di grazia. (...) C’è da sorprendersi se un regista di successo di Bollywood scova nell’hinterland padovano personaggi che s’adattano così bene alla Nuova India? No, perché la struttura sociale da era post-industriale, le differenze di classe o di casta, la fragilità etica, ma soprattutto la disperazione e rabbia umane di fronte alla violenza sono universali. E dopotutto, come dice Salman Rushdie, gli indiani guardando gli italiani si sentono «di fronte a uno specchio dove possono ammirarsi come in una traduzione». (...) Ecco, magari nella sceneggiatura hanno dovuto limare il ruolo intermediario del prete cattolico, e trasformare la volontaria con giro di perle e villetta in una funzionaria di un’Ong. Ma è così sorprendente che un rapinatore omicida come Tungrekar si comporti con la stessa astuzia affamata, ma poi anche con la grandezza espiativa di un furbo Beggiato? Le differenze ci sono. Ma solo nei dettagli. Invece di mangiarsi la solita pasta, la famiglia nei ricordi del vedovo indiano si spazzola un contemporaneo «chili con carne» messicano, prodotto d’una globalizzazione alimentare che unisce le culture. Invece di parlare un italiano fin troppo ripulito per il contesto padovano come nel romanzo di Carlotto, sentirete dialogare in quel famoso hinglish da classe media, dove si miscela hindi e inglese. I poliziotti maneschi e sovrappeso sono gli stessi. La borghesia ben vestita con auto non troppo costose, ma nuove, ha colori un po’ più sgargianti nella versione Bollywood, piuttosto che nell’ambientazione veneta. Ed è pur sempre India, quindi spunta una specie di danza del ventre quando una prostituta cerca di sedurre il vedovo vendicativo con un ritmo bhangra-funky che unisce seduzione e rabbia. (...) Il film è girato bene, con ottimo montaggio, fotografia calda e precisa che dipinge questo purgatorio metaforico, nella suburra industriale tra Mumbai e Pune, sfondo di una storia che incrocia una rabbia legittima a un male senza senso, dove l’odio fermenta fino a snaturare in una crudeltà precisa e fredda. Con finale a sorpresa. (...) Oggi (...) la nuova Bollywood viene ad attingere per le sue storie anche tra gli angoli affaticati della nostra decadente Europa. Che in materia di riflessione sugli errori della contemporaneità, siano essi del sistema della giustizia o dell’ingiustizia sociale, è il caso di dirlo, ne ha da vendere'.

16 novembre 2015

Le prime del 20 novembre 2015: X. Past is Present

X. Past is Present è un prodotto davvero singolare. Narra un'unica storia, ma alla macchina da presa si avvicendano ben 11 registi (di cui due di sesso femminile) - provenienti da industrie cinematografiche in lingue diverse, dalla scena sia popolare che d'autore - fra i quali cito Q, il temuto critico cinematografico Raja Sen al suo debutto alla regia, Anu Menon, Suparn Varma e Rajshree Ojha. E come se non bastasse, l'attore-regista Rajat Kapoor è il protagonista del film, affiancato dal giovane Anshuman Jha, e attorniato da dodici fanciulle, fra cui Huma Qureshi, Rii Sen, Swara Bhasker e Radhika Apte. Ciascun regista si è impegnato a realizzare il proprio segmento in due giorni. E Rajshree Ojha ha anche minimizzato i costi girando nel suo appartamento. Produce il lanciatissimo Manish Mundra. La pellicola è principalmente in inglese e in hindi - con dialoghi anche in bengali e in tamil - e vanta un'invidiabile schiera di tecnici, fra direttori della fotografia e quant'altro. Trailer.