Incredibile, inconcepibile, irreale, ma vero! Lo scorso 6 luglio (e date successive), per la prima volta nella storia, una mega produzione in lingua hindi è stata proiettata in Italia, in versione originale con sottotitoli in inglese, in contemporanea con l'India! Si tratta di Sultan, l'attesissimo nuovo film interpretato da Salman Khan. La sala, il cinema Beltrade a Milano. Altre città: Bergamo e Roma.
Ed è solo l'inizio...
Effetto nostalgia all'indiana. Bollywood sbanca il Beltrade, Simona Spaventa, La Repubblica, 6 luglio 2016:
'Composti e silenziosi, noi in India saremmo definiti "spettatori di tipo A: di classe". Rarissimi laggiù, dove la gran parte rientra nella categoria C, ovvero la "mass audience", il pubblico di massa che al cinema va per urlare all'apparire dei divi, ballare al ritmo delle danze di Bollywood, fare un tifo sfrenato quando si menano le mani: insomma, far festa. Che esista perfino una classificazione degli spettatori (il tipo B sono le famiglie con bambini, per chi se lo stesse chiedendo) la dice lunga sulla popolarità del cinema nel Subcontinente, che vanta l'industria dei sogni più forte al mondo almeno per quantità di film prodotti (un migliaio all'anno), e un pubblico di un miliardo e 200 milioni di persone folle e appassionato. E dove ogni proiezione si trasforma, in sala, in uno spettacolo nello spettacolo. Un rito collettivo che mancava a due ragazzi, Joginaidu Lalam detto Jogi, 23 anni, e Uday Guntupalli, 25, a Milano per master in ingegneria e informatica al Politecnico, che hanno deciso di portare Bollywood anche qui e hanno fondato un'associazione: la Italy Indian Cinemas. Primo titolo, stasera al Beltrade in contemporanea con la première in India (in hindi con sottotitoli inglesi, repliche sabato e domenica mattina), è Sultan di Ali Abbas Zafar, blockbuster con la muscolatissima superstar Salman Khan nel ruolo di un campione di wrestling che da uno sperduto villaggio trionfa alle Olimpiadi di Londra.
«Agli indiani interessano solo due cose: il cricket e il cinema - racconta Jogi mentre il cellulare squilla per le prenotazioni (stasera è sold out) - Per lo sport si va al parco Lambro, ma per i film è complicato: dall'India non arriva nulla, e i film di Hollywood sono doppiati. E poi noi siamo abituati a un cinema di intrattenimento puro, con canzoni, danze e scene comiche, andarci il venerdì per le nuove uscite è un appuntamento fisso, lo sfogo che tutti aspettano dopo una settimana di lavoro». E che anche a Milano vorrebbero in tanti, se si pensa che in città gli indiani sono 20 mila, e poi ci sono pakistani, bengalesi, cingalesi, tutti interessati ai film di Bollywood, e a quelli di Tollywood, Kollywood, Mollywood, la vasta costellazione delle cinematografie nelle diverse lingue dell'India: «A Milano vivo da due anni, ormai mi ci sento bene. Ma mi manca qualcosa. Noi adoriamo le nostre star, mi manca la festa che si fa in sala, con coriandoli, fischietti, urli e balli. Al Politecnico siamo in 400 studenti indiani, voglio che i 200 che arriveranno a settembre si sentano già a casa, non soffrano di nostalgia come me». E se gli fai notare che lui è della generazione che i film li guarda al computer, Jogi sorride: «Ma quale computer? In India il cinema è un punto di incontro, l'occasione per stare insieme. I film bisogna guardarli in sala». La prossima "prima" sarà il 29 luglio col gangster movie in tamil Kabali col grande Rajinikanth, l'attore più pagato del Subcontinente'.