Vi segnalo l'intervista concessa dal compositore Andrea Guerra a Lisa Bernardini, pubblicata da La Voce di New York il 22 novembre 2021. Andrea Guerra, il compositore di musiche per il cinema dei due mondi:
'Nel 2015/16 ti sei dedicato alla scrittura della musica per il film indiano Fan. (...) Quali sono le principali caratteristiche del cinema firmato da registi stranieri rispetto a quello fatto da registi italiani, secondo te?
C’è una mutazione in corso nel cinema indiano. La trasformazione - da musical con danze al vero e proprio cinema di immagini - sta prendendo piede, così anche il ruolo della musica sta cambiando. È una mutazione dolorosa per noi occidentali; è rimasta ad esempio la struttura a “quadri” tipica per mettere in scena le coreografie e che è una eredità narrativa interiorizzata. Il concetto di bellezza e riuscita dello spettacolo in India prevede che si attraversino tutte le fasi narrative. Dramma, situazioni grottesche, commedia, amore, thriller, situazioni patetiche: ciò proviene dalla loro storia letteraria e religiosa. Un film indiano deve contenere tutto questo. Le canzoni e le danze si prestano perfettamente a questi cambi repentini, anzi: li magnificano; questa mutazione verso un cinema più tradizionale invece deve adattare un racconto più identitario e unico, che può smarrire l’intensità nelle singole emotività.'