Dal 16 al 18 giugno 2016 si è svolto l'India Film Fest alla Casa del Cinema di Roma. Fra i titoli in cartellone: Bang Bang!, Gulaab Gang, Tezz.
Vi segnalo la cronaca del dibattito Cultura, cinema e mercato dell'audiovisivo in India e Asia, Non solo Bollywood, Anna Quaranta Taxidrivers, 20 giugno 2016:
'Il primo ostacolo da superare, in molti casi, è la richiesta del visto per i componenti del cast tecnico che arriva in Italia per girare un film: è per questo motivo che sono entrate in campo le istituzioni come le Ambasciate e i Consolati, che hanno predisposto la creazione di un “visa-film”, un visto le cui modalità di ottenimento sono più snelle e vanno incontro alle esigenze delle troupe cinematografiche. Questo consentirebbe non soltanto alle produzioni cinematografiche ma anche a quelle televisive, di film d’animazione e con effetti speciali, che dispongono di budget molto importanti, di venire in Italia.
E lo scambio consentirebbe sia al pubblico indiano che a quello italiano una conoscenza maggiore delle rispettive cinematografie; il primo conosce Fellini, Antonioni e Bertolucci, ma non ha mai visto le opere dei cineasti italiani appartenenti alle generazioni più giovani, il secondo è convinto che il cinema indiano sia solo quello in lingua hindi di Bollywood, quando in realtà, nel grande sub-continente indiano coesistono altre cinematografie che si esprimono nelle diverse lingue parlate dalla popolazione.
In una realtà sempre più strutturata e articolata nel campo dell’industria cinematografica, dove le produzioni televisive sono concentrate a New Delhi e quelle cinematografiche a Bombay, e dove i produttori e gli autori possono incontrarsi e scambiarsi progetti al film festival di Goa, quello di cui si sente la necessità sono i mestieri del cinema come la formazione degli attori, gli sceneggiatori, le professioni tecniche e quelle legate al trucco e ai costumi: tutte ottime opportunità che una co-produzione italo-indiana potrebbe offrire agli italiani che lavorano in questi ambiti. Anche l’esperienza in termini di fruizione è sicuramente diversa da quella italiana: la partecipazione al film da parte degli spettatori indiani è collettiva e attiva, cosa che forse nel nostro Paese si sta un po’ perdendo per via delle piattaforme on-demand che consentono la visione privata del film'.