X. Past is Present è un prodotto davvero singolare. Narra un'unica storia, ma alla macchina da presa si avvicendano ben 11 registi (di cui due di sesso femminile) - provenienti da industrie cinematografiche in lingue diverse, dalla scena sia popolare che d'autore - fra i quali cito Q, il temuto critico cinematografico Raja Sen al suo debutto alla regia, Anu Menon, Suparn Varma e Rajshree Ojha. E come se non bastasse, l'attore-regista Rajat Kapoor è il protagonista del film, affiancato dal giovane Anshuman Jha, e attorniato da dodici fanciulle, fra cui Huma Qureshi, Rii Sen, Swara Bhasker e Radhika Apte. Ciascun regista si è impegnato a realizzare il proprio segmento in due giorni. E Rajshree Ojha ha anche minimizzato i costi girando nel suo appartamento. Produce il lanciatissimo Manish Mundra. La pellicola è principalmente in inglese e in hindi - con dialoghi anche in bengali e in tamil - e vanta un'invidiabile schiera di tecnici, fra direttori della fotografia e quant'altro. Trailer.
16 novembre 2015
Le prime del 20 novembre 2015: X. Past is Present
Argomenti:
A ANSHUMAN JHA,
A HUMA QURESHI,
A RADHIKA APTE,
A RAJAT KAPOOR,
A RII SEN,
A SWARA BHASKER,
AU CINEMA HINDI,
POST 2015,
R ANU MENON,
R Q,
R RAJA SEN,
R RAJSHREE OJHA,
R SUPARN VARMA,
R VARI,
V PRIME 2015,
V TRAILER
14 novembre 2015
Kaaka Muttai in programmazione a Milano
Forse alcuni di voi lo avranno visto lo scorso maggio in occasione del Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina. Kaaka Muttai (The crow's egg), delizioso film per ragazzi in lingua tamil scritto e diretto dall'esordiente M. Manikandan, prodotto da Vetri Maaran e dalla superstar Dhanush, riapproda a Milano con una vera programmazione in sala. Il Cinema Beltrade lo ha infatti incluso in cartellone dal 19 al 26 novembre 2015, in edizione originale con sottotitoli in italiano. Domenica 22 novembre è prevista una proiezione speciale alle 11.00 del mattino, seguita da un brunch di cucina indiana. La programmazione al Beltrade è preceduta dalla presentazione di KM al festival Piccolo Grande Cinema 2015, il 14 novembre alle ore 17.00 allo Spazio Oberdan, con lettura dal vivo dei dialoghi (ingresso gratuito).
KM si è aggiudicato due prestigiosi National Award: best children's film e best child actor (J. Vignesh e V. Ramesh). È stata la prima pellicola tamil ad essere proiettata in prima mondiale al Toronto International Film Festival (nel 2014). KM era in cartellone al Festival Internazionale del Film di Roma (sempre nel 2014 - sezione autonoma Alice nella città). Al Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina, KM si è aggiudicato il premio per il miglior film sul dialogo interculturale giovanile, con la seguente motivazione: 'Per lo sguardo minuzioso ed intenso sulle discriminazioni sociali di una metropoli indiana nello scenario attuale della globalizzazione e per la vitalità e la caparbietà dei giovanissimi protagonisti del racconto filmico, che superano le barriere dell’esclusione e dell’omologazione, restando uniti e condividendo saperi, affetti, fatiche, impegno costante e consapevolezza critica dei propri autentici bisogni'. Il 5 giugno 2015 KM è stato distribuito nelle sale in India, incontrando il favore di pubblico e critica, e scatenando un fiume di commenti positivi in Twitter da parte di celebrità dell'industria cinematografica hindi. Trailer.
Argomenti:
A J. VIGNESH,
A V. RAMESH,
AU CINEMA HINDI,
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FEST 2015,
FEST MILANO FESCAAAL,
INIT FESTIVAL,
POST 2015,
POST TAMIL,
R M. MANIKANDAN,
V TRAILER
9 novembre 2015
River to River Florence Indian Film Festival 2015
La 15esima edizione del River to River Florence Indian Film Festival si svolgerà dal 5 al 10 dicembre 2015. Fra i titoli del ricco cartellone segnalo: Dum Laga Ke Haisha di Sharat Katariya (ospite della manifestazione), Dil Dhadakne Do di Zoya Akhtar, Main Aur Charles di Prawaal Raman (ospite della manifestazione - per saperne di più sulla pellicola: clicca qui), Umrika di Prashant Nair, Zubaan di Mozez Singh. Deepa Mehta è l'ospite d'onore, e domenica 6 dicembre, alle ore 20.30, presenzierà alla proiezione di Beeba Boys (per saperne di più sul film: clicca qui). Per la retrospettiva dedicata a Deepa, in programma anche Water e I figli della mezzanotte (per saperne di più sulla pellicola: clicca qui).
Aggiornamento del 13 dicembre 2015:
- video ufficiale Sharat Katariya and Andrea Guerra talk about Dum Laga Ke Haisha (Guerra è il compositore del commento musicale del film)
- video ufficiale Prawaal Raman talks about Main Aur Charles.
Prawaal Raman |
Argomenti:
AU CINEMA HINDI,
CINE INTERNAZIONALE,
FEST 2015,
FEST FIRENZE,
INIT COMPOSITORI ITALIANI,
INIT FESTIVAL,
INIT REGISTI IN ITALIA,
INIT VIDEO,
R DEEPA MEHTA,
R PRAWAAL RAMAN,
R SHARAT KATARIYA,
R ZOYA AKHTAR
8 novembre 2015
One Way Ticket: le riprese in Italia
One Way Ticket è annunciato come il primo film in lingua marathi girato su una nave da crociera e in Europa. In effetti la troupe è attualmente in Liguria, ospite della Costa Fortuna. Sembra che le riprese nel nostro Paese siano iniziate il 3 novembre 2015 a Viterbo, e, dopo una tappa a Barcellona il 5 novembre, sia ora il turno di Savona e, dalla prossima settimana, di Genova. Alla regia Kamal Nathani e Amol Shetge.
Aggiornamento del 14 novembre 2015: vi segnalo video e immagini delle riprese effettuate a Genova. Il 12 novembre il set è stato allestito a Marina di Sestri e al Porto Antico. Il 13 novembre all'aeroporto, agli Erzelli, in piazza de Ferrari, alla cattedrale di San Lorenzo. Alcune scene di interni sono state girate all'hotel Bristol Palace (dove soggiornava la troupe). Sembra che nella serata di ieri la troupe sia partita per Milano. Anche Roma è inclusa nella lista delle location selezionate dalla produzione.
- Video Bollywood sbarca a Genova, sul set di “One day Ticket”, Francesco Abondi, Genova24, 13 novembre 2015.
- Bollywood a De Ferrari, un film indiano racconta la Liguria, Valentina Evelli, La Repubblica, 13 novembre 2015: 'Piazza De Ferrari come un set di Bollywood. Due giorni sotto la Lanterna per la troupe indiana che sta girando il film “One way ticket”. Cinquanta, tra attori cameraman e tecnici, hanno invaso il centro con le inconfondibili musiche orientali e lo sguardo dei passanti, stupiti dall'insolita scena. Tra un ciak e l'altro occhi puntati sul protagonista del film che trova un biglietto di una crociera e parte, alla scoperta del Mediterraneo dal porto di Savona con la Costa Fortuna. Nei giorni scorsi qualche ripresa in mare aperto e sulla costa ligure prima di tornare nel capoluogo ligure. “Genova mi ha conquistato, una città meravigliosa anche le persone ci hanno accolto a braccia aperte, sorridenti e collaborative. Ero venuto un mese fa a fare un sopralluogo con la Film Commission per capire come muoverci - spiega Kamani Natal, il regista della pellicola - Stupendo il green pesto e quel pane così gustoso. Nessuno ha saputo resistere”. Ieri la troupe ha fatto tappa alla Marina di Sestri e al Porto Antico per girare alcune scene con le comparse italiane. Oggi una giornata nel centro della Superba prima di ripartire, direzione Milano'. L'articolo include una ricca galleria di immagini.
Set a Savona |
Set a Genova |
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POST MARATHI,
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R KAMAL NATHANI
Le prime del 10 novembre 2015: Vedalam
In occasione della celebrazione della festività hindu del Diwali, l'industria cinematografica in lingua tamil quest'anno propone un sanguinoso duello fra due pezzi da novanta: Kamal Haasan (con Thoongaa Vanam) e Ajith Kumar. Ajith è il protagonista di Vedalam, film diretto da Siva e interpretato da Shruti Haasan (figlia del rivale Kamal). Ma qual è la particolarità di Vedalam? Facile: alcune sequenze sono state girate a Milano, in Valle d'Aosta (6 luglio 2015), e a Viareggio (dal 9 al 12 luglio 2015). Vi segnalo il video del brano Don't You Mess With Me, unitamente ad una ricca galleria di immagini, incluse quattro magnifiche fotografie che ritraggono Shruti sui set allestiti in Italia, fotografie scattate dallo stesso Ajith.
(scatto di Ajith Kumar) |
(scatto di Ajith Kumar) |
(scatto di Ajith Kumar) |
(scatto di Ajith Kumar) |
Argomenti:
A AJITH KUMAR,
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Le prime del 30 ottobre 2015: Main Aur Charles
Questo sì che è uno di quei ruoli per cui qualunque attore farebbe carte false. Avete letto la biografia in Wikipedia del serial killer di origini indiane Charles Sobhraj? Un noir da brivido, con tutte le carte in regola per suscitare l'interesse di romanzieri e sceneggiatori: alta società, glamour, località esotiche, donne avvenenti, gioielli preziosi, truffe, rocambolesche evasioni e brutali omicidi. E quale attore indiano potrebbe interpretare in un film un personaggio così fascinoso, carismatico e demoniaco? Facile: il conturbante Randeep Hooda. Ci ha pensato anche Prawaal Raman, il regista dell'acclamato thriller 404 del 2011. Il suo Main Aur Charles potrebbe essere la pellicola rivelazione dell'anno, considerando anche che il main (io in hindi - aur significa e) del titolo è l'ottimo Adil Hussain, nel ruolo di Amod Kanth, l'investigatore che si occupò del caso (nonché delle indagini sull'assassinio di Rajiv Gandhi e di Jessica Lal - ricordate il film No one killed Jessica?). Un'accoppiata davvero stellare. Trailer. La colonna sonora non è niente male. Ne sono prova i brani Neeli Bullet, Jab Chaye Mera Jadoo (quest'ultimo è una moderna versione di Jab Chaye Mera Jadoo, di Rajesh Roshan - zio di Hrithik Roshan -, tratto da Lootmaar, pellicola del 1980 diretta e interpretata da Dev Anand), Ya Rabba e Woh Tho Yahin Hai Lekin. Ne approfitto per offrirvi di seguito una serie di video, interviste, locandine e fotografie.
- Video: chat organizzata dal fascinoso Randeep Hooda nel suo profilo Facebook il 23 settembre 2015 (al minuto 10.50 l'attore parla di Roma - grazie a Monica per il link). Sopravvissute? A fatica, lo so.
- Video Bollywood Hungama: intervista congiunta concessa da Randeep e da Richa Chadha, 20 ottobre 2015
- Video: trasformazione di Hooda in Charles, 27 ottobre 2015
- Video India Today: partecipazione di Randeep al Mind Rocks Youth Summit 2015, 31 ottobre 2015
- Reel Charles Sobhraj - Randeep Hooda meets the real Charles in Kathmandu jail, Priya Gupta, The Times of India, 27 ottobre 2015. L'articolo contiene le controverse dichiarazioni rilasciate dall'attore all'indomani del suo incontro, in una prigione nepalese, con il vero Charles (Hooda, comunque, aveva incontrato anche il vero Kanth):
'Talk about the details of your meeting?
I had gone dressed looking myself and not dressed as Charles, so when he saw me he could not recognise till I told him, 'I am the guy who plays Charles.' He looked at me with a long silence and then gave me a thumbs up. I had heard from our sources that he had seen the trailer of our film on his TV there and had liked it. We wanted to present him the poster of the movie. But he had not only already seen the poster, but had already put it up on the wall of the jail. (...) He told us how seeing the trailer, he felt that the film was a great quality product and seeing it, he felt nostalgic about his young life. He told us how it needed guts for producers to make a film like this and he applauded Prawaal Raman for capturing it right. He was specially very high on the fact that I could portray him so correctly. He asked me, 'Where did you get my speech and mannerisms?' I said, 'Out of your available footage.' He said, 'Spot on.' (...) He requested for a screening of the movie after it releases not only for himself, but also for all his 3,000 inmates. He asked me whether it would be possible. I said, 'Yes. We will need to take permission but we will try our best.' (...)
How do you feel having met him?
I am so happy meeting him. It was such a surreal experience for me. He was everything larger than life that I had expected him to be. He was surrounded by security and a lot of his young boys that he pampers and he was all like enthusiastic about meeting us. I thought he was so full of life, almost virile. He is still such a handsome man. Even at the age of 72, he has his aura fully intact.
Has he sent any message?
He sent his salaam to Amod Kanth. He complimented us for choosing to portray this part of his life, which he said was very interesting. He also said that once he was out of jail, he would like to meet Prawaal and me to share more interesting stories about his life, which could mean more sequels to his story'.
- Adil Hussain: Charles Sobhraj like Hitler believed that what he did was correct, Priya Gupta, Bombay Times, 30 ottobre 2015:
'Talk about your journey of becoming an actor?
I come from a town of Assam called Goalpara. (...) I started acting (both in English and Assamese) from when I was seven and would participate in my school plays every year. It was when I was in Class VIII that I decided that I wanted to be an actor. (...) The most important part of acting for me was how I enjoyed acting. My father was a headmaster of a high secondary school and could not afford to pay for my learning to act. But then, I came to know about NSD [National School of Drama], possibly the only institution in the world that pays you to learn. (...) I was already doing regional television and films at the age of 17, post which I joined NSD. Post NSD, I got a scholarship to learn acting in England, post which I returned to India to train again for nine years before I did my first play In Othello. (...) The play was made into a film that was just released in Europe for the festivals. I then got my first big Hindi break in (...) Ishqiya. (...)
I think 1998 was both my lowest or you could say, my highest period. I met and fell in love with this woman in Amsterdam while I was studying there, who was half Dutch and half Indian. I was planning to move to India to train in acting with my teacher in a place that did not have electricity or running water. I knew it would be difficult for her to stay with me in such conditions but she insisted and we moved to India. She brought out the worst in me and while till then I had been this nice, friendly and helpful guy who never shouted at anybody ever, I got introduced and exposed to my other side, the mad, angry side. And while I am grateful to her for showing me that side of me that nobody likes of themselves, I went through an emotional turmoil to the point of almost losing my mind. (...)
Your wife Kristen too is half Indian. What makes you fall in love with half Indians?
Yes, my wife Kristen is half Jain and half American. I realised much later that I am a mixed Indian myself as my maternal grandfather was from Iraq and maternal grandmother, a mix of Assamese, English and Italian so may be somewhere that explains my attraction to women who were half Indians. (...)
Do you have friends in the film industry? (...)
Randeep Hooda is a friend who would stand by me. He is very honest and upfront and says what he feels within. He is not like me and would not care what people would think about it. That's an important quality as an actor, as a good actor is about being clean. He's a very good and sensitive actor. (...)
What made you play the role of Amod Kanth in Main Aur Charles? (...)
I have met Amod Kanth in real life and I love the conviction he has to do whatever he does. He is the most honest man I have ever met. (...) I love Amod Kanth's integrity, his conviction, his responsibility to society that is so inspiring and rare these days'.
#WorthDyingFor #MainAurCharles
Vedi anche River to River Florence Indian Film Festival 2015, 9 novembre 2015.
Charles Sobhraj |
Randeep e Salman Khan nel programma Bigg Boss |
Evento promozionale a Kolkata |
Evento promozionale a Delhi |
Randeep e Prawaal Raman |
Evento promozionale a Kolkata |
Evento promozionale a Jaipur |
Randeep e Richa: intervista Bollywood Hungama |
Randeep, Adil e Prawaal Raman |
Presentazione trailer |
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Le prime del 30 ottobre 2015: Titli
Nel 2014 Titli era stato proiettato in prima mondiale in concorso a Cannes nella sezione Un certain regard (clicca qui). La pellicola è diretta da Kanu Behl, che ha collaborato anche alla sceneggiatura, e prodotta da Dibakar Banerjee, per conto di Yash Raj Films, e da Guneet Monga. È alquanto significativo che Aditya Chopra, proprietario di YRF, abbia finanziato un progetto la cui storia verte intorno ad una famiglia decisamente poco bollywoodiana. I personaggi, in Titli, sono descritti come disgustosi, brutali, violenti. Quanto al cast, Ranvir Shorey è affiancato da Lalit Behl, attore teatrale e padre del regista. Kanu Behl è una vecchia conoscenza di Dibakar Banerjee: i due, insieme, avevano redatto la sceneggiatura del clamoroso Love Sex Aur Dhokha. Trailer. Approfitto per segnalarvi l'articolo Kanu Behl’s indie film, Titli, may change the game for Indian cinema, di Aparna Pednekar, pubblicato il 31 ottobre 2015 da Brunch:
'It’s actually dark, brutal and psychologically violent. Its principal characters are a dysfunctional family of carjackers in a gritty city that Patiala-born Behl knows like the back of his hand. They’re each more repulsive than the other, with the youngest, called Titli, trying desperately to escape the family business, and thus, the family. Powerlessness manifests as several kinds of cruelty in Titli. The film’s language alone caused alarms to go off with India’s censor board, which asked Behl to tone down the abuses before its India release. (...) Behl (...) wants to drag the squalid desi family and its skeletons out of the closet with viciousness.
All in the family
The son of writer-actor-director parents, Behl says he practically grew up backstage at theatre productions. (...) Behl, who faced the camera at age 12, remembers them shooting for 72 hours at a stretch. (...) Behl’s strained relationship with his father and memories of domestic discord not only found their way into Titli’s screenplay but into the casting too. (...) “I looked at a lot of senior actors for the part of Daddy, but couldn’t find anyone to nail the character’s energies,” he says. “It’s a very silent, inexpressive role with a latent intensity.” Behl eventually cast his own father Lalit (a National School of Drama alumnus) as the seemingly powerless father figure. Lalit Behl was the only one from the largely unknown cast to find himself working without a script until the last day of the shoot. The strategy was part of Behl’s (...) arsenal of unusual methods to push their actors.
Ranvir Shorey, who turns in a hard-hitting performance as Titli’s hot-tempered elder brother, Vikram, attests to the unorthodox preparation. For a workshop, he was left in a room with Senior Behl where they were asked to share personal information that they’d never revealed to anyone else. “We wept like babies, sparking off a lifetime bond,” Shorey recalls. The unrelenting violence of the material, however, hit a raw nerve with Shorey. “I’ve had my brush with corporal punishment as the youngest of two brothers with a heavy-handed father,” he explains. “But in this film, I play the perpetrator of violence. The material became too close; a little out of control.”
The big fat Indian indie
It’s easy to think of Behl’s film as one of those “other India” films: festival-friendly stories about hope rising out of third-world squalor. But Behl says that Titli isn’t a “look down at an issue from a Western gaze” or a film that exoticises India. He and co-writer Sharat Katariya began writing the film during 2013’s Nirbhaya rape case as they tried to “achieve a larger understanding of the violence in our world”, an attempt (like so many of us made) to look at patriarchy and oppression in the context of violence. “It was always a very ‘us’ look at our lives,” Behl says. But he is heartened that even non-cinema people have embraced the film and its universal theme of family dysfunction. (...)
Titli, however, has more than just a brutally honest Indian idiom working for it. It’s co-produced by an odd pair - Dibakar Banerjee and Aditya Chopra. (...) The duo gave it a heft and marketing push that many indie films don’t get, with or without success abroad. Banerjee considers the partnership a massive advantage, but he’s also terribly realistic about independent cinema in India. “Independent films take long to gestate here,” he says. “With 800 films releasing in 52 weeks, it’s a struggle to hold on to the theatres and YRF helps us do that. In the next five years, we are going nowhere if the quantity of screens doesn’t increase and distribution channels don’t change. For now, for our audiences, a film like Titli is not a bad second option, after a Salman Khan film,” he adds wryly.
Protégé rising
Banerjee rounds out Titli’s crew (which includes Aditya Chopra, Katariya and Behl’s ex-wife and the film’s editor, Namrata Rao). His intellectual, detached mentor-protégé relationship with Behl, who assisted him on Oye Lucky! Lucky Oye! (2008) and co-wrote Love Sex Aur Dhokha (2010), works well for both men. “Kanu has unplumbed depths which he does not reveal,” says the ace filmmaker. (...) “Our relationship is focused on the job at hand. The only impassioned discussions, bitching and fighting sessions we’ve had have been on films. We’ll finish work on a film, won’t talk at all, then call after a year and pick up [on work] without missing a beat,” Banerjee adds.
Having lost out on the opportunity to direct Titli (it was his first reaction when he heard the script), Banerjee makes sure he has the last word on the film’s desi appeal at least. “The average Indian, I believe, is quite mental,” he says. “We’re a country in the throes of a nervous breakdown, living on the edge of reality, which is why we need the outlet of escapist cinema. But that also makes us schizophrenic. In this scenario, a film like Titli provides some kind of a connect with reality”.'
Argomenti:
A LALIT BEHL,
A RANVIR SHOREY,
AU CINEMA HINDI,
F BRUNCH,
POST 2015,
R DIBAKAR BANERJEE,
R KANU BEHL,
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