4 novembre 2012

Emraan Hashmi signs Danis Tanović's next, Anurag Kashyap to co-produce

Da qualche giorno in India circola una notizia entusiasmante: Emraan Hashmi è stato scritturato da Danis Tanović per il suo prossimo lavoro. Vi segnalo l'articolo Emraan Hashmi signs Danis Tanović’s next, Anurag Kashyap to co-produce, di Prashant Singh, pubblicato da Hindustan Times il primo novembre 2012: 'Anurag [Kashyap], who is responsible for picking Emraan, says, “Kalki [Koechlin] told me how sincere and focused he was during Shanghai. (...) When I saw Shanghai, I loved him, after which I pitched a script to him. He said no, but explained why. I saw in him a person who had no delusions about himself. He knew what he wanted to do.” So, when Anurag got the Bosnian writer-director’s script, he approached Emraan again. “When I read the script, I strongly felt Emraan should do it. But the west doesn’t know him. We also didn’t know whether he would agree. But he said yes. Then we pitched him to Danis, who came to India and met him. Now we’re on,” adds Anurag. Vi ricordo che No man's land, diretto da Tanović, nel 2002 strappò a Lagaan l'Oscar per il miglior film straniero.
Aggiornamento del 27 luglio 2022: la pellicola in questione è Tigers, proiettata in prima mondiale al Toronto International Film Festival 2014. Nel cast anche Adil Hussain. Tigers non ha mai beneficiato di una regolare distribuzione nelle sale, sembra a causa dell'argomento trattato: la storia si ispira allo scandalo che coinvolse la Nestlé negli anni settanta del secolo scorso, scandalo riguardante la commercializzazione di latte in polvere nei Paesi economicamente disagiati. Nel 2018 è stato diffuso in streaming. Trailer. In Italia è stato proiettato al Trieste Film Festival 2015. Vi segnalo l'articolo Danis Tanović contro Big Pharma e Nestlé nel suo thriller etico "Tigers", di Paolo Russo, pubblicato da La Repubblica il 6 marzo 2015:

'[Danis Tanović] “Finché a Venezia incontrai Anurag Kashyap (...) e quando gli dissi della sceneggiatura (...) che però nessuno era tanto folle da produrre, lui mi indicò Guneet Monga (...) dicendo ‘se c’è una così pazza da farlo è lei’. E così ce l’abbiamo fatta”. 
Emraan Hashmi, da Bollywood all’impegno
Ne è venuta fuori una produzione anglo-franco-bosniaco-indiana di tutto rispetto. Girata in India, Germania e Inghilterra. (...) Ed ecco (...) la bella perché autentica colonna sonora di Pritam, (...) e la presenza nell’ottimo cast di Emraan Hashmi, giovane idolo di Bollywood al debutto in un ruolo impegnato, che ha saputo virare ottimamente il suo charme di “serial kisser”, così lo chiamano a casa, nelle facce ora grintose ora disperate, speranzose o distrutte di Ayan [il protagonista]. (...) Una storia complessa per un film altrettanto complesso, che nella sua struttura a scatole cinesi ne contiene altre mille. Una tragedia immane che Tanović accosta assai bene, però privilegiandola, alle vicende personali dei tanti personaggi coinvolti a partire da Ayan. (...) Del quale il film rivela la pur temporanea adesione alla militare aggressività di certa cultura aziendale in nome del proprio riscatto economico, il suo terrestre vacillare davanti alla mazzetta Nestlé, facendone così un uomo fallibile, salvato però da una solida, laica pietas, e non l’eroe che ci si poteva aspettare. E come resistere alla dolcezza della sua arcaica, adorabile famiglia che vede sempre uniti, a dispetto della tremenda situazione, il vecchio padre saggio, testardo e di solida, tenera umanità, la madre gioiosa e inesauribile, la giovane moglie, bella quanto coraggiosa e incorruttibile.
Un avvincente thriller etico 
Scritto con sagacia, girato per lo più in piani medi e americani, spesso addosso ai protagonisti, alternando inquadrature di gran pregio (su tutte la sequenza del matrimonio di Ayan) (...) ad altre anonime, brutali, montato con esemplari cambi di ritmo, capace di dare ugual profondità ai cattivi come ai buoni, Tigers è un avvincente thriller etico. Un documentario in noir nel quale investigazione e ricerca del colpevole scandiscono le tappe dell’estenuante catarsi di Ayan, (...) piccolo uomo con poche chance, della condanna senz’appello dei potenti occidentali e dei loro sicari pakistani. Addestrati, come si vede nel film, da un molto americano manager-marine ad aggredire mercato e concorrenti ruggendo come le tigri del titolo. Mostra, il film, con fermezza che basta a se stessa, la palude di corruzione e speculazione che della sciagura di tanti piccoli innocenti continua a fare la fortuna dei già fantascientifici bilanci di Big Pharma. (...) Malgrado i successi di critica, Tigers - vale ripeterlo: un magnifico film anche in senso squisitamente cinematografico - (...) [è] ancora in attesa, da noi per certo, probabilmente pure altrove, di un distributore. Perché il cinema, per esser fatto ma anche fatto vedere, ha bisogno di coraggio'.